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TUTELA DEL CONSUMATORE E CONTRATTI DI COMPOSIZIONE DELLE LITI: PROFILI CIVILISTICI DELL'ACCORDO DALLA DIRETTIVA 2013/11/UE AL DECRETO LEGISLATIVO DI RECEPIMENTO
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta dell’8 maggio 2015, ha approvato in via preliminare il decreto legislativo di attuazione della Direttiva 2013/11/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2013 sulla risoluzione alternativa delle controversie dei consumatori, che modifica il Regolamento (CE) n. 2006/2004 e la Direttiva 2009/22/CE (Direttiva sull’ADR per i consumatori). Pur trattandosi di una vera e propria rivoluzione del sistema della giustizia civile in quanto l’adozione della Direttiva è destinata a scardinare definitivamente l’idea monopolista della giurisdizione statale consentendo la creazione di una serie di microsistemi autonomi pur fondati su comuni princìpi, la normativa in questione solleva anche numerose problematiche di natura strettamente civilistica, non soltanto per quanto riguarda la tutela dei consumatori in quanto tale, ma anche e soprattutto per quanto attiene ai rapporti di tale sistema e degli strumenti dei quali si avvale con la disciplina del contratto e dunque dell’autonomia negoziale complessivamente considerata. Una rivoluzione che si apprezza in primo luogo sul piano culturale e che riguarda prevalentemente i rapporti Business to Consumers, ma che non può ritenersi ivi limitata per la generale valenza dei princìpi codificati. Infatti, occorre precisare che l’àmbito di operatività delle nuove norme sarà quello delle procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie, nazionali e transfrontaliere, concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti di vendita o di servizi tra professionisti stabiliti nell’Unione e consumatori residenti nell’Unione attraverso l’intervento di un organismo ADR (Alternative Dispute Resolution). La Direttiva 2013/11/UE nasce dalla necessità di offrire una soluzione semplice, rapida ed economica alle controversie tra consumatori ed imprese. E ciò se di primo impatto sembra rispondere al solo interesse del consumatore, a ben vedere risponde in egual misura anche al soddisfacimento dell’interesse delle imprese, almeno di quelle imprese che hanno scelto di adottare un sistema di approccio strategico nella gestione del conflitto con i propri clienti, utile non soltanto a limitare il contenzioso ed i suoi costi, ma per consolidare nella fase critica del rapporto una relazione di fiducia posta in crisi dall’insorgere della contestazione. La tecnica legislativa adottata è quella della novella in quanto la nuova normativa sarà introdotta integrando e modificando il Codice del consumo (decreto legislativo n. 206/2005).Si afferma che il consumatore non può essere privato in alcun caso del diritto di adire il giudice competente, qualunque sia l’esito della procedura di composizione extragiudiziale, ed inoltre che non si può imporre al consumatore che voglia accedere ad una procedura ADR di rivolgersi esclusivamente ad un’unica tipologia di organismi ADR o ad un unico organismo ADR. Il sistema di dispute resolution - che necessiterà di norme attuative rispetto alla disciplina primaria - consente l’introduzione di procedimenti ove l’organismo ADR propone una soluzione o riunisce le parti al fine di agevolare una soluzione amichevole. I princìpi fondamentali cui devono uniformarsi tutti i sistemi di ADR sono quelli tesi a rendere tali procedure di risoluzione alternativa delle controversie «indipendenti, imparziali, trasparenti, efficaci, rapide ed eque».Un punto nodale della Direttiva che ha vincolato anche il legislatore nazionale prevede che le parti possono partecipare alle procedure ADR senza obbligo di assistenza legale (e tale norma riguarda anche la mediazione nel medesimo àmbito di rapporti). Inoltre, le parti dovranno essere informate del fatto che non sono obbligate a ricorrere a un avvocato o consulente legale, ma possono chiedere un parere indipendente o essere rappresentate o assistite da terzi in qualsiasi fase della procedura.
Department | Dipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza) | |
Principal Investigator | PISACANE Paola | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 490,00 euro | |
Project duration | 28 July 2015 - 28 July 2017 | |
Proroga | 27 Luglio 2018 | |
Research Team | PISACANE Paola (Project Coordinator) LANDI ROBERTA (Researcher) LONARDO Loris (Researcher) PASCA Alessandro (Researcher) |