Paola PISACANE | Progetti
Paola PISACANE Progetti
IL REGIME GIURIDICO DEI BENI CULTURALI DI PROPRIETÀ PRIVATA. LA C.D. PRELAZIONE ARTISTICA.
La disciplina dei beni culturali è stata oggetto di profonde trasformazioni. La normativa di riferimento è ora contenuta nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, d.lg. 22/01/2004, n. 42 e succ. modifiche. Il Codice ha adottato un concetto particolarmente ampio di ‘patrimonio culturale’, comprensivo di tutti i beni culturali che presentano interesse artistico, storico, archeologico, archivistico e bibliografico o comunque considerati dalla legge quali testimonianza di civiltà e dei beni paesaggistici, costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio. Particolare attenzione merita la disciplina contenuta nel Codice relativa alla circolazione, interna ed internazionale, dei beni culturali. Beni culturali per la cui circolazione è prevista una disciplina differenziata a seconda che il bene appartenga a privati, persone giuridiche ed enti pubblici. In materia il Codice disciplina l’istituto della prelazione artistica, che acquista particolare valenza e significato proprio in riferimento ai beni culturali di proprietà privata, che appartengono cioè a soggetti privati, che siano persone fisiche o enti non riconosciuti. In seguito all’esercizio di tale prelazione, lo Stato si ingerisce nei processi di circolazione dei beni indicati, potendo attrarre il bene oggetto del trasferimento nella propria sfera giuridica dalla data del provvedimento di esercizio della prelazione. Emerge così un aspetto di particolare rilievo: la costante interferenza tra disciplina pubblicistica e quella privatistica. Dato questo che più di ogni altro si intende considerare ed approfondire in questo lavoro. Appare primaria l’esigenza di contemperare interessi di natura diversa (non necessariamente diversi e divergenti), nell’ottica solidaristica della tutela e della valorizzazione dei beni culturali, nonché della loro fruizione, vagliando anche la legittimità costituzionale della ingerenza della sfera pubblica negli interessi privatistici, in relazione ai diritti ed ai poteri riconosciuti allo Stato in tema di circolazione dei beni culturali privati. Con la consapevolezza del ruolo dell’interprete, cui spetta il compito di definire e garantire un effettivo bilanciamento degli interessi coinvolti, non in base ad una logica esclusivista, formalistica ed aprioristica, ma in virtù di una attenta interpretazione teleologica ed assiologica, nel rispetto e nell’attuazione dei valori espressi dalla Costituzione, ispirandosi all’adeguatezza ed alla ragionevolezza. Un’indagine civilistica non può prescindere dalla disamina di una serie di aspetti preventivi e prodromici all’adozione di qualunque soluzione degna di considerazione scientifica in relazione ai profili sopra delineati. Di qui dovrà essere in primo luogo esaminata la problematica relativa alla qualificazione dei beni culturali e dei beni paesaggistici o ambientali, la verifica del carattere “culturale” o “paesaggistico” del bene da cui dipende l’applicazione del relativo regime di tutela, gestione, valorizzazione e circolazione. Riguardo poi la circolazione dei beni culturali si procederà alla individuazione dei vincoli ed obblighi di preventiva autorizzazione e di denuncia: tra gli altri, alla c.d. prelazione artistica disciplinata dagli art. 59 e ss. del Codice. Premessa una ricostruzione relativa alla qualificazione della natura giuridica della prelazione artistica, sia rispetto alla sua assimilazione alle altre ipotesi di prelazione legale, ipotesi questa tutta da verificare, sia in relazione alla vexata quaestio se il suo esercizio dia vita ad un vero e proprio atto d’imperio da parte dello Stato, assimilabile al procedimento di espropriazione, lo studio di questa fattispecie del tutto peculiare e dai profili a tratti oscuri, si svolgerà su un duplice piano, oggettivo e funzionale. L’inquadramento sistematico della c.d. prelazione artistica chiarirà anche alcuni aspetti problematici che emergono in relazione alla disamina del caso concreto.
Struttura | Dipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza) | |
Responsabile | LONARDO Loris | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 2.002,00 euro | |
Periodo | 11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015 | |
Gruppo di Ricerca | LONARDO Loris (Coordinatore Progetto) D'AMORA Annalisa (Ricercatore) FALLETTA SARA (Ricercatore) LANDI ROSA MARIA (Ricercatore) Marinaro Marco (Ricercatore) PASCA Alessandro (Ricercatore) PISACANE Paola (Ricercatore) ZINGAROPOLI AUGUSTO (Ricercatore) |