Giuseppe D'ANGELO | Projects
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IL CONFINE LIQUIDO: SPERANZE DI VITA E MINACCE DI MORTE NEL MEDITERRANEO TRA "MARE NOSTRUM" E "TRITON"
Nel quadro delle attività scientifiche che si intendono promuovere e all’interno delle specificità delle differenti Università e strutture di ricerca italiane e straniere che afferiscono all’ICSR “Mediterranean Knowledge”, il progetto che qui si propone avrà come obiettivo primario quello di ridefinire lo sviluppo dei processi migratori dell’ultimo quindicennio, diretti dalle coste africane verso il continente e che impattano con la presenza del territorio italiano. Questa ricostruzione non può non passare che attraverso un’analisi radicale del concetto di “confine”, di un “confine liquido”, come è stato definito, e per ciò stesso flessibile e permeabile, ma anche terribile, come raccontano le stragi di migranti.All'inizio del terzo millennio, un volume collettaneo curato da Maurice Aymard e Fabrizio Barca si proponeva di ricostruire i tratti comuni sui quali rifondare l'identità dei popoli mediterranei e, subito dopo, di analizzare il quadro delle politiche necessarie per valorizzare e "guidare" il crescente interscambio tra il Mezzogiorno d'Italia e le diverse sponde del Mediterraneo.Dopo quasi quindici anni, gli avvenimenti impongono una rilettura dei fenomeni. Innanzi tutto, gli effetti degli attacchi al World Trade Center hanno iniziato a modificare la percezione di massa nei confronti del mondo islamico; in secondo luogo, le politiche di potenza attuate nell'area del golfo persico (seconda guerra del golfo, ad esempio) hanno ulteriormente aggravato la già scarsa considerazione che si aveva dell'occidente opulento e "oppressore"; in terzo luogo, e più immediatamente legata alla condizione del Mediterraneo, le varie "primavere islamiche" che nel biennio 2010-2011 hanno sconvolto il nord-Africa, aumentando il livello di incertezza e di instabilità politica. In particolare, questo terzo elemento si è sommato ad un aumento generalizzato delle situazioni di crisi, sia di quelle di più antica storia (medio-oriente, Sudan e Corno d'Africa), sia quelle (vecchie e nuove) aggravate dalla presenza di un elemento religioso/fondamentalista (Iraq, Mali, Nigeria, Somalia).Immediata conseguenza di queste modificazioni sono stati un aumento delle azioni terroristiche, che hanno assunto una dimensione assai grave, e di un collegato aumento dei flussi di esodi dalle zone di crisi verso i porti del nord-Africa. L'aumento dei migranti si è riversato immediatamente sulle coste meridionali italiane.Ripensare i confini significa quindi ripensare l’attuale idea di Europa e di Mediterraneo. Solo a partire da tale ripensamento è possibile gettare le basi per la costruzione di una reale e differente identità europea. I saperi e i valori culturali del bacino del Mediterraneo possono costituire lo slancio propulsivo per superare l’impasse da cui l’intera Europa non riesce a liberarsi; possono diventare lo stimolo fecondo per la revisione delle politiche europee e fornire una solida base per la tutela e la promozione di un effettivo patrimonio culturale e di saperi all’altezza della nostra contemporaneità, capaci di far emergere dall’eredità delle differenti culture e dalle distinte specificità un nuovo futuro.Ma ancora una volta ciò significa riuscire a stare – simul – dentro e fuori i confini; dentro un’immagine dell’Europa che dismetta finalmente di pensare il Mediterraneo come il suo vulnus interno, come la sua lacerazione e contaminazione; fuori dei confini: ovvero in quell’alterazione che ogni ‘pensiero del confine’ porta al suo interno: promiscuità, scambio, latenza, attesa e speranza; qui i confini attestano e veicolano la mobilità del pensiero, la circolazione dei saperi, la difesa di tutte le culture, il riconoscimento egualitario del diritto alla dignità umana. La ricerca si propone di iniziare ad affrontare questi temi, in sinergia con le attività del Centro “Mediterranean Knowledge”, da un punto di vista storico-culturale.
Department | Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF | |
Principal Investigator | D'ANGELO Giuseppe | |
Funding | University funds | |
Funders | Università degli Studi di SALERNO | |
Cost | 1.485,00 euro | |
Project duration | 28 July 2015 - 28 July 2017 | |
Research Team | D'ANGELO Giuseppe (Project Coordinator) |