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H.L.A. HART E IL DIRITTO INTERNAZIONALE

La ricerca cercherà, innanzitutto, di capire i possibili moventi teorici che hanno spinto Hart ad occuparsi di diritto internazionale, sebbene avesse dichiarato di considerarlo un caso marginale nell’uso linguistico del termine ‘diritto’. Quest’uso linguistico, infatti, in prevalenza riconosce la natura giuridica del diritto internazionale, ma attenersi esclusivamente a questa regolarità lessicale, per Hart, sarebbe semplicistico e riduttivo, perché equivarrebbe ad adagiarsi su di essa senza chiedersene le ragioni. Anzi, per Hart, indagando le ragioni di quest’uso linguistico si scoprirebbe addirittura che esso non sia particolarmente fondato e che vi sarebbero seri dubbi sostanziali sulla natura giuridica del diritto internazionale. Ebbene, da questo punto di vista la ricerca proverà a dimostrare che la fonte principale di questi dubbi risalga ad Hart stesso ovvero alla sua nozione di “contenuto minimo del diritto naturale”. Tale nozione, infatti, argomenta l’impossibilità che il diritto possa avere qualsiasi contenuto: esso, per aver senso, non può che essere caratterizzato che da un “contenuto minimo”, il quale prevede – tra le altre cose – norme che regolano e organizzano l’esercizio accentrato della coazione fisica legittima. Ebbene, data l’inesistenza di norme del genere in ambito internazionale, si ipotizza che Hart si sia occupato di diritto internazionale proprio per effettuare una sorta di ‘correzione di tiro’ rispetto alla nozione di “contenuto minimo del diritto naturale”, che avrebbe potuto condurlo a sostenere una tesi – la natura non giuridica del diritto internazionale – contraria, però, all’uso linguistico prevalente. Questa prospettiva permetterà, successivamente di comprendere perché Hart abbia fornito una rappresentazione piuttosto rudimentale del diritto internazionale – quasi un mero aggregato di norme consuetudinarie che impongono obblighi, senza alcuna traccia di norme che conferiscono poteri. Ed invero, si ritiene che sia sempre una considerazione a partire dal “contenuto minimo del diritto naturale” ad aver spinto Hart a criticare tutti quei tentativi di attribuire natura giuridica al diritto internazionale solo se questi sia abbastanza analogo, per forma e struttura, ai diritti statali: per Hart, la realtà del diritto internazionale, per come essa è ora, non solo impedisce di sopravvalutare qualsiasi elemento che induca a discorrere di un legislatore e di un giudice internazionali così come se ne parla a livello nazionale, ma addirittura suggerisce l’inopportunità di norme secondarie – in particolar modo, si potrebbe dire le norme di giudizio –, la cui esistenza potrebbe rivelarsi una minaccia per la stabilità di quell’ordine. Pertanto, la ricerca intenderà dimostrare che Hart si sia occupato di diritto internazionale più che altro per ragioni interne alla sua teoria. Le cause sarebbero l’irriducibilità del diritto internazionale ad uno dei tanti casi marginali in cui è discutibile discorrere di ‘diritto’ e, quindi, una buona dose di problematicità per la sua concezione del diritto, sotto il profilo sia contenutistico che metodologico. In questo modo sarà possibile evidenziare taluni limiti di questa concezione, ma al tempo stesso rendere giustizia ad un complessivo modo di praticare la teoria del diritto che, pur essendo stato applicato essenzialmente in riferimento al diritto statale, può considerarsi ancora oggi un buon punto di partenza per la costruzione di una teoria (giuspositivistica) del diritto, anche non limitata a quell’ordinamento giuridico progredito che è lo Stato moderno.

DepartmentDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
FundingUniversity funds
FundersUniversità  degli Studi di SALERNO
Cost1.396,00 euro
Project duration29 July 2016 - 20 September 2018
Research TeamBISOGNI Giovanni (Project Coordinator)
CAVALIERE Anna (Researcher)
GIORDANO Valeria (Researcher)
LUCE Sandro (Researcher)
MANCUSO Francesco (Researcher)
PIETROPAOLI Stefano (Researcher)
PRETEROSSI Geminello (Researcher)
TUCCI Antonio (Researcher)