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LA CIRCOLAZIONE DEI BENI CULTURALI

Il modello italiano di disciplina della circolazione dei beni culturali si basa, sostanzialmente, sulle indicazioni costituzionali e sull'opera di riordino della materia operata alla fine degli anni Novanta, frutto di un'attenta disamina di provvedimenti normativi di natura disparata, emanati nell'arco di quasi cento anni. Tale opera sistematica - e non esaustiva - ha rappresentato un primo passaggio di avvicinamento all'elaborazione del successivo codice dei Beni Culturali del 2004. Il presente progetto intende partire dall'analisi delle fonti interne in materia di beni culturali, per poi passare ad approfondire il meccanismo di circolazione dei beni anche in ambito comunitario (con le garanzie che ne conseguono per quanto riguarda il rientro dei beni medesimi nel territorio nazionale). La disciplina della circolazione dei beni culturali ha assunto nel tempo sempre più interesse da parte degli operatori nazionali e consistenza nell’ambito del diritto dei beni culturali. Ciò è dipeso soprattutto dall’apertura alla Comunità internazionale a disporre del patrimonio culturale (artistico, archeologico, etnografico, etc.) di ogni paese, che può e deve essere fruibile da tutti, pur con regole e criteri determinati da norme civilistiche, amministrative e doganali. Il progetto intende fornire un quadro esaustivo dell’argomento, approfondendo il trasferimento dei beni culturali in ambito nazionale e internazionale, mettendo in risalto obblighi e diritti in capo agli operatori nel settore, gli adempimenti della pubblica amministrazione, le violazioni corrispondenti e il connesso apparato sanzionatorio, attraverso l'analisi dei numerosi interventi giurisprudenziali.Il progetto intende altresì affrontare i temi della qualificazione giuridica della sanzione civilistica, ricollegata al mancato rispetto degli obblighi posti in caso di alienazione degli immobili (in specie per i casi di difetto di autorizzazione o di mancata o incompleta denuncia); della perdurante efficacia delle "verifiche" negative della culturalità , o delle rinunce alla prelazione, o ancora dei provvedimenti autorizzativi, che siano stati formati in data anteriore all’entrata in vigore del vigente Codice dei beni culturali; della rilevanza dei c.d. vincoli indiretti, o dei vincoli imposti sulle facciate degli immobili; della rilevanza, ai fini circolatori, della trascrizione del vincolo culturale.L'attuale pressante richiesta di convergere le risorse economiche sul turismo dei beni culturali, individua in questo segmento scientifico, uno dei volani di sviluppo del Paese. Tale disciplina si segnala foriera di novità legislative significative di cui il giurista deve farsi carico per una migliore comprensione degli indirizzi verso i quali si sta dirigendo il patrimonio culturale italiano. Le competenze coinvolte nel progetto - i colleghi che sono titolari di insegnamenti di diritto dei beni culturali, provenienti da altre facoltà - e l'intento di realizzare una rete di coordinamento con la Sovrintendenza e con alcuni siti che saranno individuati rappresentano l'esito al quale questo progetto tende.

StrutturaDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.402,00 euro
Periodo11 Dicembre 2013 - 11 Dicembre 2015
Gruppo di RicercaIVONE Vitulia (Coordinatore Progetto)
AVERSANO Gabriele (Ricercatore)
CAPO Giovanni (Ricercatore)
DE CRESCENZO Matteo (Ricercatore)
FALCONE Chiara (Ricercatore)
MIRAGLIA Caterina (Ricercatore)
NEGRI Stefania (Ricercatore)
TESAURO OLIVIERI PAOLO (Ricercatore)
VECCHIONE Antonio (Ricercatore)
ZULIANI Marco (Ricercatore)