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LA PERSEGUIBILITÀ DEGLI ILLECITI NEL WEB 2.0: PROFILI DI DIRITTO COMPARATO

In anni recentissimi, sono emerse nuove figure di prestatori di servizi, operanti nel web 2.0, coincidenti con il c.d. ISP “attivo” ed ISP “passivo”.Nonostante gli indiscussi meriti, la direttiva (e la normativa nazionale di adozione) ha lasciato emergere non poche zone d’ombra. In primis, essa non prevede un sistema di notice and take-down del tipo di quello accolto dal DMCA.Per altro verso, poi, continua a non trovare univoca risposta l’interrogativo, dirimente, circa la possibilità, per i giudici, di impartire ordini agli ISP.Resta, poi, ancora delegato alla giurisprudenza il compito di sopperire alla mancata disciplina – ad opera della direttiva - di molte attività sul commercio elettronico (tra di esse, senz’altro i motori di ricerca) con buona pace della univocità delle posizioni su di esse adottate.I peculiari “canali” offerti dalla tecnologia hanno contribuito – secondo quanto emerso dalla progressiva espansione del fenomeno del cybercrime – ad accentuare considerevolmente il divario tra “reale” e virtuale”, nella misura in cui le difficoltà connesse alla individuazione dei responsabili di condotte illecite, hanno inevitabilmente inibito un’efficace opera, sia in termini di deterrenza che di soluzioni rimediali, di controllo della attività posta in essere sul web.Un riflesso della descritta carenza di tutela si concretizza anche nella difficoltà di assicurare adeguate forme di ristoro anche alla persona offesa soprattutto in termini di impossibilità dell’immediato ripristino del proprio quadro reputazionale, molto spesso “macchiato” in maniera indelebile dalle azioni diffamanti perpetrate sul web.Parte della dottrina ha proposto, all’uopo, la soluzione del c.d. “anonimato protetto” che assicurerebbe – qualora fosse necessario – l’identificabilità “univoca” dell’utente che ha avuto accesso ad internet con un margine di errore molto vicino a quello in cui incorrerebbero gli inquirenti alle prese con un reato “off-line”. La stessa, allo stato, non può dirsi di certo definitiva ed univoca.E’ emersa, dunque, in tutta la sua urgenza, la necessità di un intervento mirato sulla legislazione vigente, volto a colmarne le lacune e ad eliminarne le criticità. Il progetto di ricerca, proseguendo l’attività speculativa portata avanti nel corso dell’anno 2013, prende le mosse dalla elaborazione e dall’analisi critica dei dati raccolti, provando a sviluppare possibili soluzioni tecniche innovative.La tutela dei diritti fondamentali della persona costituisce, peraltro, un parametro di riferimento ineludibile, nel cui alveo deve pur sempre svilupparsi qualsiasi, auspicata, opera di riforma della regolamentazione di internet. Tale esigenza si traduce, inevitabilmente, nel rispetto incondizionato di alcune linee guida del seguente tenore:a) scrupolosa osservanza della disciplina legislativa sugli ISP e di quella sul trattamento dei dati personali;b) individuazione di procedure alternative di tutela, confacenti ad un sistema efficace e improntato alla economicità;c) elaborazione di strumenti di tutela che, da un lato, non sacrifichino, la necessaria libertà pur garantendo una identificabilità univoca e consapevole dell’utente, quantomeno per ciò che concerne l’interazione all’interno di precisi servizi di comunicazione, all’interno dei quali vengono pose in essere le condotte aventi maggiore potenziale lesivo in termine quantitativo e qualitativo; d) progressiva adozione di procedure uniformi di private enforcement, in tema di responsabilità dei providers soprattutto per quanto concerne la fornitura di servizi di comunicazione, in cui vengono immessi contenuti di qualsiasi forma.Il risultato ultimo che – come auspicato – potrà scaturire dalla presente attività di ricerca una “presenza” ed una partecipazione più consapevole dell’individuo-utente al mondo virtuale, con la garanzia offerta da rimedi alternativi dotati di un elevato grado di efficacia, ma pur sempre tali da non pregiudicare i diritti inviolabili della persona.

StrutturaDipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza)
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo2.038,60 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016
Proroga7 novembre 2017
Gruppo di RicercaSICA Salvatore (Coordinatore Progetto)
APICELLA Domenico (Ricercatore)
D'ANTONIO Virgilio (Ricercatore)
MEOLI Bruno (Ricercatore)
RICCIO Giovanni Maria (Ricercatore)