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L'INQUISIZIONE IN ITALIA, SPAGNA E PORTOGALLO: INTOLLERANZA RELIGIOSA E CONTROLLO POLITICO-SOCIALE IN ETA' MODERNA

Sulla scorta di indagini archivistiche e ricostruzioni realizzate su fonti di prima mano prevalentemente inedite, il presente progetto di ricerca si propone di approfondire, con approcci innovativi e pragmatici, il contorto ma inesorabile processo di ampliamento delle competenze del Sant’Ufficio tra Cinquecento e Seicento. L’occasione offerta dall’imminente partecipazione al congresso internazionale sull’Inquisizione in Europa (in programma a Malta per il prossimo settembre) ha consentito di scandagliare un aspetto fondamentale, anche se solo parzialmente trattato dalla storiografia: le teorie e le pratiche in atto presso il tribunale dell’Inquisizione romana, che va progressivamente mutuando strategie e strumenti processuali già in vigore presso la Suprema Inquisizione spagnola. La storiografia classica ha analizzato i momenti di conflittualità registrati nelle aree italiane dominate dalla corona spagnola contro la tentata introduzione dell’Inquisizione “al modo di Spagna”: tali episodi rivelano la radicata percezione della crudeltà del tribunale iberico e della sua potente strumentalizzazione in chiave politica. Così, anche il Sant’Ufficio romano coglie le straordinarie opportunità di controllo socio-politico insite nella gestione dei tribunali di fede, sotto i quali si inizia a far ricadere un’ampia gamma di peccati, anche apparentemente lontani dal concetto di eresia. In realtà, è proprio questo concetto che va estendendosi nel secondo ‘500, fino ad includere qualsiasi forma di devianza classificabile come “pubblica” ed “ostinata”, dai reati della sfera comportamentale alle pratiche magiche o superstiziose. In particolare, arrivano a rientrare nell’ambito del Sant’Ufficio atteggiamenti sospetti della vita quotidiana giudicati carichi di potenziale eversivo, quali la sodomia, la bestemmia, il concubinato, la bigamia, che fino ad allora erano stati trattati come reati dalle autorità civili. Si va delineando un’incalzante sovrapposizione tra il concetto di “peccato” e quello di “reato”, un’assimilazione tra “teologia” e “diritto” (Prodi) su cui si fonda l’evoluzione del pensiero occidentale dal Tardo Medioevo all’età moderna. In quest’ottica assume un significato rilevante l’adozione di strumenti quali la tortura e la denuncia segreta che, lungi dal configurarsi come procedure di emergenza per lo snidamento dell’eresia, diventano pratiche stabilmente prescritte dall’Inquisizione papale, che va assumendo i caratteri tanto aborriti dell’Inquisizione spagnola.Nato nel 1542, il Sant’Ufficio dell’Inquisizione diventa,con la ramificazione dei suoi apparati tra ‘500 e ‘600, un organismo parallelo alle istituzioni ordinarie di governo ecclesiastico: un centro di potere tra i più influenti nel pluralismo di autorità e di fori giudicanti dell’Europa cattolica, canale preponderante dell’accentramento papale post-tridentino. E’ noto che il perno sul quale il disegno riformistico progettato a Trento avrebbe dovuto basarsi era rappresentato dai vescovi, in qualità di pastori e legislatori. Ma l’orientamento centralizzatore del papato si espresse precocemente, fin dall’istituzione della Congregazione del Sant’Ufficio promossa dalla “Licet ab initio” del 1542. Ciò favorì forme di controllo esercitate direttamente dalla Santa Sede, parallelamente alle procedure e alle strutture coordinate dai vescovi a livello diocesano. Le indagini storiche si muovono oggi alla ricerca dei fattori di pragmatismo applicativo e contestualizzazione delle scelte operate, che hanno reso vario ed articolato il panorama dell’Inquisizione: alla luce di tali assunti, si tende a ridimensionare il peso giocato dall’eccezionalità o dall’anomalia di alcuni personaggi o situazioni, a vantaggio di un approfondimento di nessi, analogie, comparazioni e contestualizzazioni, che confermano l’andamento mai completamente definito e sempre rimodellato e rinegoziato dell’attività inquisitoriale negli Stati europei di età moderna.

StrutturaDipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.634,00 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 7 Novembre 2017
Proroga7 novembre 2017
Gruppo di RicercaNOTO Maria Anna (Coordinatore Progetto)
AZZARA Claudio (Ricercatore)