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PER UN RESTAURO SU BASE FOTOGRAMMETRICA DEL MALECON E DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO DE LA HABANA VIEJA

Con l’avvento dei più recenti algoritmi infografici il ricorso al rilievo delle facciate è diventato sempre più comune, non solo per quei manufatti con dichiarato valore storico e artistico. La fotogrammetria – in particolare, se applicate con metodo, anche quelle tecniche low-cost che operano a partire da più fotogrammi – meglio risponde alle esigenze di precisione di un rilievo per la conservazione, garantendo la precisione di dettaglio propria dei rilievi a grande scala, ovvero, suscettibili di una rappresentazione nelle scale 1:20 e 1:10.Un ortofoto, o più semplicemente un fotopiano, è come noto un’immagine che ha subito un trattamento geometrico per essere trasformata in una proiezione ortogonale a una determinata scala ed essere perciò direttamente misurabile: dei prospetti in formato raster, su cui, di volta in volta, eventualmente sintetizzare gli elementi considerati importanti per le finalità del rilievo. Si suole dimostrare, in continuità a studi pregressi, che la precisione che si riesce così a perseguire è compatibile con i risultati che si ottengono con l’impiego di grandi attrezzature. Inoltre, implementando tecniche più propriamente considerate del campo del trattamento digitale delle immagini, diverrà possibile eseguire una restauro virtuale mettendo in essere predittivamente operazioni prima inimmaginabili. Pertanto, per queste procedure si propongono ulteriori e non anacronistiche sperimentazione, con un approccio finalmente scientifico fatto di prove, verifiche e discussioni, che ne fa prevedere un uso sempre più coretto e un utilizzo finanche da parte di figure professionali non altamente specializzate, fino a favorirne una loro implementazione pure nel caso di architetture popolari o minori (anche a solo scopo di catalogazione). Si può così descrivere la stessa catalogazione non solo come la prima fase di un processo di conservazione ma come un vero e proprio intervento di restauro, anche se del ‘semplice’ restauro della ‘memoria’. Da questa osservazione, nasce l’esigenza di documentare-rilevare prima, e catalogare poi, tanta architettura cosiddetta minore e preservarla, quindi, da qualcosa di più tremendo di un danno strutturale, l’oblio. Ciò ci spingerà, all’interno dello stesso progetto di ricerca, a rilevare e rappresentare – e, quindi, conoscere, studiare – anche quello che non appare: solo così si può ridare valenza scientifica al rilievo.Lo sviluppo delle tecnologie tipo il laser scanner, ha suscitato, per una presunta facilità operativa, un notevole interesse di nuovi operatori, questo però non deve significare in nessun caso una superamento della correttezza metodologica. Si devono, invece, esaltare i contenuti più teorici con un uso oculato dei metodi, e giungere, se possibile, a una rappresentazione dei risultati per mezzo di un’interfaccia ‘semplice’ fruibile anche da un pubblico non tecnico (ad esempio, è inutile oltre che dispendioso, e non solo economicamente, perseguire sempre una stessa precisione, la massima, senza definire una funzione con il grado di definizione grafico).Il rilievo potrebbe essere così considerato come un’azione di restauro, come un’operazione che non ha una sua conclusione temporale; il cammino ideale da intraprendere è quello che ci porterà sempre più verso il rilievo integrato il che significherà contaminare diverse esperienze e conoscenze.

StrutturaDipartimento di Ingegneria Civile/DICIV
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo4.123,89 euro
Periodo28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017
Gruppo di RicercaBARBA Salvatore (Coordinatore Progetto)
CARDONE Vitale (Ricercatore)
LIMONGIELLO Marco (Ricercatore)
MESSINA Barbara (Ricercatore)