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LA CHIESA ALTOMEDIEVALE DI SANT'AMBROGIO A MONTECORVINO ROVELLA (SA).VERIFICHE DEL POTENZIALE ARCHEOLOGICO MEDIANTE INDAGINI NON INVASIVE, RILIEVI E FOTOINTERPRETAZIONE DEGLI ALZATI.
La chiesa di S. Ambrogio di Montecorvino si presenta ad aula unica ed abside semicircolare (m 11 x 6), preceduto da un ampio portico addossato alla facciata (m 6,5 x 6). Un intervento archeologico effettuato negli anni '90 del XX sec. ne ha chiarito, almeno in parte, il ruolo plebano. Le prerogative della 'cura animarum' di una 'plebs' consistevano nell'accogliere ed assistere la comunità nei momenti caratterizzanti della vita cristiana (battesimo – liturgia ordinaria – riti esequiali). Sul piano architettonico, tali funzioni si traducevano nella presenza di una chiesa, di un battistero, di un portico ed eventuali altri spazi perimetrali per le sepolture.Nel caso in oggetto, l'uso funerario è documentato dal rinvenimeno di 11 tombe (8 nell'atrio,1 all'interno della chiesa e 2 esterne). Ancora aperto il problema dell'esistenza o meno di un battistero e della sua ubicazione in rapporto alla chiesa. L'indubbia rilevanza rivestita dal S.Ambrogio e dalle sue pitture nel panorama della cultura artistica dell'altomedioevo meridionale, unita al rinnovato interesse per la valorizzazione del monumento e del suo comprensorio mostrato dal Comune di Montecorvino (DELL'ACQUA cds) inducono a promuoverne uno studio complessivo. Partendo dal reperimento della documentazione prodotta al tempo dello scavo, si dovrà verificare la congruenza dei rilievi eseguiti in quella occasione con le strutture superstiti. La pianta necessita infatti di essere rifatta mediante l'uso di strumenti di precisione; per gli alzati (i disegni editi paiono poco più che 'schizzi' di cantiere) sarà necessario eseguire riprese fotogrammetriche o con il laser-scanner. Tale lavoro si presenta di particolare utilità soprattutto per il portico in facciata: esso non è stato oggetto di restauro e, per quanto versi in stato di notevole degrado, sembra conservare almeno alcuni tratti dell'elevato originario. Il rilievo di dettaglio, le riprese fotografiche e le restituzioni metriche potranno consentire una lettura attenta delle tessiture murarie e l'individuazione dei diversi materiali messi in opera (lapidei, laterizi, malte leganti e di supporto per intonaci di rivestimento o dipinti). Queste operazioni potranno consentire di valutare un'eventuale sincronia di interventi con le murature dell'abside – non intaccate da interventi di restauro, a differenza della facciata – e con le pitture. Sul piano propriamente architettonico, si intende riesaminare le strutture superstiti e verificarne la relazione con le presunte “tre fasi” assegnate al 'I periodo' di cui si parla nella pubblicazione; successivamente si potrà proporre una restituzione in 3D dei volumi, che permetterà anche una comparazione con esempi coevi di altri contesti (es. il portico della ch. di Santa Maria 'foris portas' di Castelseprio, di recente ristudiata ricorrendo ad aggiornate applicazioni archeometriche e alla comparazione sistematica dei risultati). Il progetto prevede inoltre una campagna di raccolte di superficie a medio raggio, per individuare la presenza di tracce insediative o strutture coeve/precedenti all'edificio di culto. Per verificare l'estensione dell'area funeraria a Sud dell'edificio, di cui si fa cenno nell'art. di scavo, si intende procedere ad una serie di indagini geognostiche, da praticare in tutta l'area intorno all'edificio, entro i limiti naturali o di proprietà (fiume; strada di accesso; proprietà private) e all'interno dell'edificio. In base agli esiti, si potrà proporre l'eventuale rimozione dall'abside del battuto cementizio pavimentale, al fine di ricercare le tracce dell'altare, che si ha motivo di ritenere contenesse reliquie dei Santi effigiati e la cui venerazione potrebbe essere stata enfatizzata, nel loro 'dies festus', dalla penetrazione di una lama di luce dall'unica monofora dell'abside, che presenta un'anomala asimmetria, forse giustificabile con la necessità di far coincidere il raggio solare con l'altare nel giorno solstiziale (DELL'ACQUA cds).
Struttura | Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC | |
Responsabile | LAMBERT Chiara Maria | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.610,00 euro | |
Periodo | 28 Luglio 2015 - 28 Luglio 2017 | |
Proroga | 27 Luglio 2018 | |
Gruppo di Ricerca | LAMBERT Chiara Maria (Coordinatore Progetto) |