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INCONSCIO E APORETICA DEL NULLA
Il pensiero cosciente tende a trattare il non essere come qualcosa che è. Con il solo prenderlo in considerazione, e con l’atto stesso del negarlo, finisce con il trattare il non essere come qualcosa che è. “Toccato” dal pensiero, divenuto in un modo qualsiasi oggetto del pensiero, il non essere diventa qualcosa. E’ la celebre aporia del nulla. Per parte sua, Freud afferma che «ciò che chiamiamo inconscio non conosce alcunché di negativo» (1915), dunque neanche il non essere che è la radice del negativo. Nel 1920, Freud introduce poi il concetto di pulsione di morte, che conferma e sviluppa negli anni successivi. Ma anche dopo il 1920, e fino al termine della sua opera, continua ad affermare che all’inconscio è estranea la dimensione del negativo, che «non si scopre alcun “no” proveniente dall’inconscio» (1925). E’ una questione dalla quale dipende quanto meno il modo d’intendere la creatività e la distruttività ed è rimasta, per la sua parte più profonda ed essenziale, irrisolta. Dal confronto con l’aporetica del nulla e con le sue soluzioni si ritiene possano venire ulteriori, significativi, elementi di conoscenza.
Struttura | Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC | |
Responsabile | PULLI Gabriele | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.550,00 euro | |
Periodo | 29 Luglio 2016 - 20 Settembre 2018 | |
Gruppo di Ricerca | PULLI Gabriele (Coordinatore Progetto) |