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ARMI VOTIVE E ALTRI MATERIALI IN METALLO DALL'ATHENAION DI POSEIDONIA-PAESTUM
Il progetto prende in esame gli oggetti in metallo recuperati nel santuario settentrionale di Poseidonia-Paestum negli anni '20-'30 e '40-'50 del secolo scorso poi conservati nei depositi del Museo di Paestum dove sono rimasti, per lo più entro casse di legno, sino a pochi anni fa. Le condizioni in cui versavano i materiali erano estremamente critiche, in frammenti, in avanzato stato di corrosione, ricoperti di terra e di calcare e con profonde alterazioni e deformazioni chiaramente provocate da una forte fonte di calore. I due interventi di scavo citati risultano poco documentati: per gli anni '50 le informazioni si limitano a riferimenti brevi e sommari che non ci consentono di precisare dove si è scavato. Il temenos del santuario era stato già interessato dalle campagne degli anni '20 e '30 insieme alla fascia immediatamente a nord del tempio, come si ricava dall’unica relazione esistente, non priva di contraddizioni interne, scritta nel secondo dopoguerra da Maiuri e poi pubblicata postuma nel 1986. In entrambi i casi, le operazioni sono nate con l’obiettivo di liberare il tempio dalle strutture che gli si erano addossate e sono consistite in grandi sterri eseguiti attraverso l’apertura indiscriminata di saggi e trincee che, oltre a distruggere tutte le testimonianze post-antiche, hanno provocato la perdita di dati stratigrafici. La distruzione del contesto originario è il principale motivo per cui ancora oggi sono poco note le funzioni e le cronologie dei resti delle poche strutture attualmente conservate in fondazione.Ma non tutto è perduto. Relazioni, cartellini e studio dei materiali possono infatti offrirci qualche elemento per ricostruire il contesto.Incrociando le scarne informazioni sulla provenienza e/o la data dello scavo, talora indicate dai cartellini delle cassette, con quelle dei sommari rapporti a nostra disposizione, si può tentare, soprattutto per le prime campagne, nei limiti del possibile e in via del tutto ipotetica, di ricostruire il contesto originario; è stato infatti possibile ricollocare le cassette nello spazio e in parte ricomporre, seppure in maniera schematica, la stratigrafia archeologica con risultati soddisfacenti. Tali operazioni, unite ad un attento studio filologico dei reperti, hanno consentito a loro volta di approfondire la discussione su altri aspetti, in primo luogo quelli storico-topografici e cultuali e contestualmente, superando gli stessi limiti spaziali dell’Athenaion, fare luce sulle trasformazioni della città in epoca tardo arcaica.Il progetto si articola in più fasi/azioni:1. Completare la schedatura, le fotografie e i disegni di tutti gli oggetti in metallo del santuario settentrionale di Athena. Si prevede di poter effettuare in questa fase anche analisi spettroscopiche per ampliare la campionatura già effettuata nel 2005 per esaminare i fenomeni di corrosione degli oggetti;2. Proseguire nello studio tipologico e cronologico dei singoli oggetti anche attraverso un serrato confronto con materiali simili provenienti da contesti greci e indigeni della Magna Grecia e della Sicilia e della Grecia propria;3. Ricostruire il contesto di provenienza servendosi di tutta la documentazione di archivio, anche fotografica (fotografie d'epoca);4. Approfondire lo studio delle armi votive rinvenute in numero rilevante e confrontabile solo con pochi santuari della Grecia continentale;5. Organizzare un convegno internazionale grazie alla collaborazione con altri enti con i quali sono stati attivate convenzioni specifiche: il Parco Archeologico di Paestum e il Roemisch-Germanisches Zentral Museum di Mainz. Gli atti saranno pubblicati in una delle serie editoriali della RGZM.6. Organizzare una mostra a Paestum, ed eventualmente al Museo di Mainz, sulle armi votive dell'Athenaion e punbblicarne un catalogo in italiano e in tedesco;7. Pubblicare in una monografia con Alessia D'Antonio tutti gli oggetti in metallo da presentare tipologicamente e cronologicamente. La monografia deve prevedere anche la ricostruzione del contesto originario.
Struttura | Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DISPAC | |
Responsabile | LONGO Fausto | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 1.500,00 euro | |
Periodo | 20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020 | |
Proroga | 20 febbraio 2021 | |
Gruppo di Ricerca | LONGO Fausto (Coordinatore Progetto) |