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LA COOPERAZIONE TRA GIUDICI NAZIONALI E CORTE DI GIUSTIZIA DELL¿UNIONE EUROPEA: VETERES E NOVAE QUAESTIONES
Il progetto di ricerca intende incentrarsi sugli aspetti di maggiore problematicità che reca con sé il meccanismo di cooperazione o di “dialogo” tra Corte di giustizia e giudici nazionali. Questi ultimi, in particolare, sono talvolta protagonisti di azioni di “dissenso” rispetto ai principi espressi dalla Corte di giustizia: ve ne è riprova nelle recenti questioni di costituzionalità promosse dalla Corte di Appello di Milano e dalla Corte di Cassazione in relazione agli effetti della sentenza interpretativa resa nel 2015 dalla Corte di giustizia in relazione al caso Taricco. La questione presenta interessanti risvolti in relazioni all’attivazione dei cd. “controlimiti” che meritano di essere approfonditi anche alla luce dell’atteso esito della nuova questione pregiudiziale sollevata dalla Corte costituzionale attraverso l’ordinanza n. 24 del 2017.Altresì, meritano di essere analizzati gli aspetti relativi all’incidenza determinata dall’esperimento di una questione incidentale di costituzionalità che investe i delicati rapporti tra procedimento pregiudiziale innanzi alla Corte di giustizia e procedimenti nazionali di controllo di legittimità costituzionale (cd. doppia pregiudizialità). In tal senso, la ricerca intende prendere le mosse da alcune recenti ordinanze del Consiglio di Stato con le quali il supremo organo amministrativo ha sollevato una serie di questioni pregiudiziali, in primis volte a sapere se l’art. 267, par. 3, del TFUE possa essere interpretato nel senso che non sussiste l’obbligo incondizionato di rinvio pregiudiziale (nella specie, di interpretazione) del giudice di ultima istanza qualora, nel corso del medesimo giudizio, la Corte costituzionale abbia valutato la legittimità costituzionale della disciplina nazionale, utilizzando nella sostanza gli stessi parametri normativi di cui si chiede l’interpretazione alla Corte di giustizia; sono poste, poi, anche questioni concernenti il potere-dovere delle Sezioni semplici del Consiglio di Stato di deferire questioni pregiudiziali alla Corte di Lussemburgo a seguito dell’intervenuta pronuncia, in punto di diritto, dell’Adunanza plenaria dello stesso Consiglio di Stato.Soprattutto alla luce degli sviluppi giurisprudenziali che ne deriveranno, il progetto di ricerca si concentrerà sui riflessi in relazione alla portata dell’obbligo di rinvio pregiudiziale, ai rapporti con le questioni incidentali interne precedentemente sollevate – rispetto al rinvio pregiudiziale – dal Consiglio di Stato alla Corte costituzionale e all’Adunanza plenaria dello stesso Consiglio di Stato. A siffatte questioni è, inoltre, strettamente connessa quella della “cedevolezza” del giudicato interno rispetto alla necessità di conformarsi alle decisioni assunte dalla Corte di giustizia dell’Unione europea. Quest’ultima ha essa stessa riconosciuto l’importanza che riveste, sia nell’ordinamento giuridico dell’Unione che negli ordinamenti giuridici nazionali, il principio dell’intangibilità del giudicato. Si tratta, infatti, di un principio atto a garantire sia la stabilità del diritto e dei rapporti giuridici sia una buona amministrazione della giustizia: di tal che, le decisioni giurisdizionali divenute definitive dopo l’esaurimento dei mezzi di ricorso disponibili o dopo la scadenza dei termini previsti per tali ricorsi non possono più essere rimesse in discussione. Tuttavia, la Corte di giustizia ha fatto salva la possibilità del giudicato interno di “cedere” di fronte all’applicazione del diritto dell’Unione europea qualora “le norme procedurali interne prevedano la possibilità”. In quest’ottica, meritano di essere approfonditi i criteri di “equivalenza” e di “effettività” che devono giudicare le scelte degli organi giurisdizionali nazionali al fine di ripristinare la conformità degli specifici oggetti dei procedimenti principali alla normativa dell’Unione europea.
Struttura | Dipartimento di Scienze Giuridiche (Scuola di Giurisprudenza) | |
Responsabile | PALLADINO Rossana | |
Tipo di finanziamento | Fondi dell'ateneo | |
Finanziatori | Università degli Studi di SALERNO | |
Importo | 748,00 euro | |
Periodo | 20 Novembre 2017 - 20 Novembre 2020 | |
Proroga | 20 febbraio 2021 | |
Gruppo di Ricerca | PALLADINO Rossana (Coordinatore Progetto) BUONOMENNA Francesco (Ricercatore) CAMPOFREDA FRANCESCO (Ricercatore) DI STASI Angela (Ricercatore) NEGRI Stefania (Ricercatore) NINO Michele (Ricercatore) ORIOLO Anna (Ricercatore) PACIA Carmelina Maria (Ricercatore) PETRONE MONICA (Ricercatore) TEVERE VALERIA (Ricercatore) VOLPE Vincenzo (Ricercatore) |