Anna MALOMO | Progetti

IMMAGINE E BENI

Nella prima fase il gruppo di ricerca intende procedere alla ricognizione del materiale normativo, dottrinario e giurisprudenziale in tema di tutela dell’immagine dei beni. In particolare, a partire da quelle posizioni tradizionali tese ad escludere la configurabilità del c.d. diritto all’immagine delle cose si analizzeranno le ragioni che sollecitano una nuova riflessione sulla problematica, fino alle prime aperture della dottrina e della giurisprudenza. La ricerca prosegue, quindi, nell’analisi dei postulati ideologici sui quali si fonda la tesi che riconosce in termini generali l’esistenza di un diritto all’immagine dei beni per molti versi assimilabile a quello all’immagine delle persone. In questa prospettiva particolare attenzione sarà dedicata all’evoluzione della dottrina e della giurisprudenza sul legame tra diritti della persona e individuo. Ciò al fine di verificare in che termini la progressiva erosione del menzionato legame abbia inciso sulla posizione dottrinaria che riconosce in capo al proprietario una facoltà esclusiva di riproduzione del bene, con la conseguenza di ammettere la tutela per l’utilizzazione dell’immagine ad opera di terzi, di là da ogni verifica in ordine alla lesione di situazioni giuridiche ulteriori. Al contempo, si analizzeranno le implicazioni che tale posizione reca con sé, con puntuale riferimento alla disciplina a tutela della proprietà intellettuale. Più nello specifico, la posizione che riconosce in capo al proprietario un potere esclusivo di riproduzione dell’immagine della res sarà apprezzata anche in relazione alla costante asserzione del numerus clausus dei diritti di esclusiva sull’immateriale. All’esito della ricostruzione critica del quadro dottrinario e giurisprudenziale in tema di tutela dell’immagine dei beni, il gruppo di ricerca intende valutare se sia davvero configurabile un diritto all’immagine del bene autonomamente tutelabile. A tal fine si procederà ad enucleare le diverse fattispecie in relazione alle quali gli interpreti hanno affermato l’autonoma tutelabilità del diritto all’immagine dei beni, evidenziando i concreti interessi che nelle stesse trovano composizione. La valutazione dei concreti conflitti in ordine all’immagine del bene potrebbe, infatti, giustificare l’abbandono di quelle posizioni che pretendono di poter fornire una risposta univoca alla problematica in esame, sì da accedere ad una rappresentazione astorica, neutrale e avalutativa della “immagine del bene”, da ascrivere, una volta e per tutte, ora alla situazione giuridica soggettiva proprietaria, ora alle tecniche di tutela dell’immateriale, ora all’orizzonte dei beni comuni. Diversamente, la valutazione dei concreti interessi coinvolti e delle relative relazioni di preminenza o soccombenza potrebbe condurre a riproporre in termini del tutto rinnovati il tema della tutela del diritto all’immagine sui beni, da diritto autonomamente tutelabile a strumento per l’attuazione di situazioni ritenute, di volta in volta, meritevoli di tutela. Nella delineata prospettiva particolare attenzione sarà, inoltre, rivolta a quei beni per loro natura esposti alla pubblica vista. Ciò al fine di sottoporre a revisione critica l’impostazione che eleva la mera esposizione o sottrazione alla pubblica vista a criterio idoneo a segnare il limite della tutela per la riproduzione dell’immagine del bene. Infine, anche alla luce dell’evoluzione normativa in tema, specifica attenzione sarà riservata alla problematica della tutela dell’immagine dei beni culturali, là dove il codice dei beni culturali (art. 107) richiede per la riproduzione dell’immagine degli stessi la preventiva autorizzazione della Pubblica Amministrazione consegnataria.