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L¿AUTONOMIA NEGOZIALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il percorso di ricerca, pertanto, sarà tracciato, in via preliminare, dalla verifica storica del mutato assetto della relazione del privato con il soggetto pubblico per procedere, successivamente, con l’interpretazione delle figura degli Accordi (art. 11, l.2141/90) in chiave non meramente pubblicistica, come sostenuto da una parte della dottrina, bensì privatistica. Il discorso muoverà, dunque, dall’analisi della tipologia di accordi riletti, però, quali diretta espressione dell’ autonomia negoziale. A tal fine, necessario risulterà il raffronto con le varie espressioni dell’autonomia stessa, in specie dell’autonomia “contrattuale”, soprattutto al fine di verificare, una volta qualificati gli accordi in esame quali atti negoziali, la compatibilità della disciplina privatitica con gli strumenti tecnici di attuazione della funzione pubblica,e si pensi all’attività di recesso della P.A. dagli accordi stessi. In realtà, a fronte delle maggiori opportunità di interazione e di tutela offerte ai privati che si trovano ad interagire con gli enti pubblici, alla PA vengono però riservate una serie di garanzie e di soluzioni funzionali alla cura dell’interesse pubblico, e qui proprio l’esercizio del diritto di recesso dall’impegno negoziale, che la stessa P.A. ha assunto col privato cittadino, potrebbe trovare idonea giustificazione ove volto alla realizzazione del più ampio interesse collettivo. Ai fini della ricerca, utile sarà anche valutare come possibile il riconoscimento dell’esistenza di un obbligo risarcitorio della P.A medesima nei confronti del privato e, soprattutto, la natura di quest’ultimo, in chiave negoziale, o più ampiamente, da “rapporto”, ove l’Ente pubblico disattenda all’impegno negoziale assunto con l’accordo stipulato.