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DIRITTO PUNITIVO E DIRITTO PREMIALE NELLA RIFLESSIONE DELLA GIURISPRUDENZA ROMANA

Nel secondo anno di svolgimento, il progetto di ricerca in oggetto - che figura originale e innovativo nei presupposti, negli obiettivi e nelle modalità di realizzazione -, incentrato sul tema del fenomeno della premialità e del ‘praemium’ nell’accezione tecnico-giuridica, una volta esaminati i presupposti storici del fenomeno, e focalizzato il principio della diminuzione del carico della pena in presenza di particolari circostanze di favore a beneficio del soggetto coinvolto, intende procedere a una analitica e specifica ricognizione delle fonti (tecniche e atecniche) pertinenti.Una volta esaminata la questione teorica della concreta effettività del diritto punitivo, e della possibile 'umanizzazione' del sistema di diritto penale, si cercherà di verificare se e in che misura queste istanze fossero effettivamente presenti - nelle varie epoche e nei diversi contesti - nelle concezioni giuridiche romane della sanzione penale e della premialità. Concezioni che, a giudizio del coordinatore della ricerca, furono sempre diverse, quando non contrastanti e contraddittorie, come stanno chiaramante a dimostrare le fonti, tutte convergenti nel dimostrare la mancanza di un'idea di "monoliticità ontologica" della pena. E' questo l'insegnamento della giurisprudenza repubblicana, e poi imperiale, sui quali larga influenza risultano avere esercitato le molteplici suggestioni della filosofia greca e del diritto naturale.Nel passare in rassegna le speculazioni dei "prudentes" in tema di pena e premialità, pertanto, si cercherà anche di lumeggiare in che modo la "scientia iuris" sia stata effettivamente permeata da istanze di tipo ideologico maturate in diversi ambienti culturali, e poi destinate a confluire - per essere però profondamente trasformate e risignificate - nella nuova temperie del diritto romano cristiano.