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CRISI ECONOMICA E MERCATI FINANZIARI
L’unità di ricerca si propone di analizzare il sistema regolamentare interessato dall’attuale congiuntura economica per definire i punti deboli delle opzioni normative vigenti e individuare i possibili correttivi in grado di migliorare l’efficienza della contrattazione finanziaria. L’efficienza di tale mercato si basa, oltre che sulla fiducia negli emittenti e negli intermediari, anche sulla corretta vigilanza effettuata su questi ultimi da parte dei pubblici poteri. Il legislatore e le autorità di controllo si sono trovati, a dover contemperare distinte esigenze non sempre coincidenti: talune, da un lato, attengono al versante dell’offerta dei servizi e prodotti finanziari, le cui dinamiche non possono essere penalizzate da disposizioni normative restrittive o inutilmente onerose; altre, dall’altro, si riferiscono al versante della domanda (le esigenze dell’utenza) e reclamano la configurazione di un appropriato sistema di controlli, procedure e regole di condotta idonea ad assicurare un corretto svolgimento delle relazioni contrattuali con gli operatori del mercato finanziario. Nondimeno, i meccanismi di protezione devono essere effettivi e calibrati sul concreto grado di rischiosità e pericolosità dei fenomeni finanziari. L’unità di ricerca intende avvalorare che gli oneri e i correlativi costi che gravano sull’industria creditizia e finanziaria si giustificano solo se essi si dimostrino strumenti idonei ad assicurare una tutela concreta contro le manifestazioni distorsive o le iniziative eccessivamente aggressive del mercato. Per studiare la relazione fra regolamentazione e alfabetizzazione finanziaria, l’unità di ricerca, intende altresì sviluppare un modello di “cheap talk” fra un intermediario finanziario (il sender) e un investitore (il receiver). Il sender, attraverso la sua esperienza, ottiene privatamente un segnale perfetto e non verificabile circa il valore di un titolo. Il receiver osserva il report sul valore del titolo rilasciato dal sender ed esegue la sua scelta d’investimento. Rispetto al modello di Crowford e Sobel (1982) s’intendono apportare le seguenti modifiche. Seguendo Morgan e Stocken (2003), si assumerà che l’intermediario sia informato privatamente circa la natura degli incentivi (se, ad esempio, ha una quota di partecipazione nella società che ha emesso il titolo). Seguendo Moreno (2012), si assumerà che l’investitore osservi un segnale privato circa il valore del titolo. Infine, si assume che un policy maker può, sopportando un costo, limitare la capacità dell’intermediario finanziario di manipolare la propria informazione privata e che la precisione del segnale osservato dall’investitore è positivamente correlata con il suo livello di alfabetizzazione finanziaria, non osservabile dall’intermediario finanziario. Per quanto riguarda infine la strutturazione di un contratto di annualità pensionistica a prestazioni indicizzate, le linee guida proposte da Denuit et al. (2011) saranno espanse in un contratto che prevede, contestualmente all’indicizzazione demografica, anche l’indicizzazione finanziaria, con opportune garanzie legate alla redditività dal punto di vista degli assicurati, in un contesto di condivisione delle plusvalenze finanziarie. Il progetto prevede l’introduzione di soglie di variazione degli indici che calibreranno, insieme all’indice demografico, le prestazioni dell’assicuratore. L’analisi seguirà una logica di valutazione finanziaria e attuariale tenendo in considerazione l’allocazione del prodotto sul mercato insieme all’allocazione prudenziale del capitale dal punto di vista dell’assicuratore, in accordo con le direttive europee. Nel progetto ci si propone di utilizzare modelli di volatilità a componenti, nel senso di Ghysels e Wang (2012), per analizzare gli effetti della recente crisi sulla volatilità dei mercati a livello sia italiano che europeo e migliorare l’accuratezza delle previsioni di medio-lungo periodo della volatilità e delle misure di rischio associate.