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Giuseppe D'ANGELO Progetti

LA SINISTRA SOCIALISTA TRA MARXISMO, FRONTISMO E MITO DELLA RUSSIA SOVIETICA

La storia politica e quella dei partiti ha sempre avuto grande eco nella letteratura scientifica italiana. Non sarebbe potuto essere altrimenti in un paese nel quale le organizzazioni politiche rivestivano un ruolo centrale nello scenario politico: la cosiddetta “repubblica dei partiti” necessitava dei suoi storiografi, la ricostruzione dei fatti – a volte assai rigorosa e puntuale, finanche critica – in qualche caso era funzionale alla costruzione del “mito”, personale o di partito. Con la scomparsa dei partiti tradizionali, in troppi casi, si è teso a giustificare “a posteriori” scelte o personaggi, a rivalutare politici e movimenti secondo le esigenze dell’attualità.La ricerca che qui si propone ha carattere sostanzialmente differente e si propone di ricostruire un aspetto della storia politica del paese che ha attraversato piú di mezzo secolo, dalla rivoluzione d’ottobre alla prima metà degli anni ’70, durante il quale si svolge la vicenda della sinistra socialista.Una ricerca, per alcuni aspetti, “inattuale” che parte da una considerazione di carattere scientifico e da una di tipo metodologico.La prima considerazione pone in evidenza l’assenza di una analisi completa della vicenda presa in esame. Come già evidenziato, la storiografia, anche quella piú recente e autorevole, ha esaminato questi aspetti inserendoli nella più generale storia del PSI e della sinistra di classe italiana; o ne ha esaminato solo aspetti particolari; o, infine, ne ha ricostruito alcune delle figure piú rilevanti (Giacinto Menotti Serrati, in particolare). Non si tiene ovviamente conto, in quest’ottica, della produzione finalizzata, ad esempio, a far rientrare taluni personaggi all’interno di “pantheon” precostituiti, o al processo di rivalutazione/svalutazione dettata da esigenze dell’attualità politica, piú che da fini di accrescimento della conoscenza scientifica.Manca, insomma, una ricostruzione del fenomeno che tenga conto di tutto l’arco temporale durante il quale esso si sviluppa e che risulta scandito, innanzi tutto, da tappe che coincidono con le scissioni che segnano la storia del socialismo italiano, a partire proprio da quella frattura “epocale” costituita dalla rivoluzione bolscevica del 1917 e dalla costituzione del PCdI, nel 1921: da quella dell’ala socialdemocratica del PSI espulsa durante il XIX congresso del 1922, a quella saragattiana del 1947, alla scissione della fazione di sinistra nel 1964, sino alla fine del PSIUP nel 1972.La seconda considerazione, di tipo metodologico, procede da alcune idee che permangono nella tradizione culturale e nella prassi politica della “sinistra” socialista e che, sostanzialmente, possono essere racchiuse in tre principi fondamentali: la natura di classe dell’analisi e dell’orizzonte teorico, la scelta frontista nella prassi politica e organizzativa, la forte connotazione internazionalista e filosovietica. Classe operaia, PCI e Russia sovietica, sono, dunque, tre tracce che connotano nel lungo periodo la “sinistra” del PSI e che rappresenteranno le direttrici lungo le quali si orienterà la ricerca.Altro carattere di certa innovatività e costituito dall'attenzione che dovrà essere rivolto alle fonti non ufficiali. Sinora gli studi hanno privilegiato gli atti degli organismi dei partiti coinvolti (congressi, lavori delle direzioni, etc.) o il dibattito che si è sviluppato sugli organi ufficiali degli stessi partiti. Poco spazio è stato lasciato agli archivi privati, alle carte personali o alle corrispondenze, che proprio perché costituiscono una fonte "non pubblica" possono consentire la "emersione" di aspetti solo apparentemente secondari.

StrutturaDipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione/DISUFF
Tipo di finanziamentoFondi dell'ateneo
FinanziatoriUniversità  degli Studi di SALERNO
Importo1.634,00 euro
Periodo7 Novembre 2014 - 6 Novembre 2016
Gruppo di RicercaD'ANGELO Giuseppe (Coordinatore Progetto)