Curriculum

Curriculum Docente

Si è laureato (2002) e addottorato (2007) in antropologia culturale all’Università La Sapienza di Roma, dove è stato assegnista di ricerca nel triennio 2011-2014 e di nuovo nel 2020. Ha svolto incarichi di ricerca e di insegnamento, oltre che a La Sapienza, anche all’Università di Pisa e all’Università di Napoli “Federico II”, e ha svolto (dal 2021) un triennio come Ricercatore presso l’Università di Salerno.

Il suo lavoro scientifico comprende, da un lato, una produzione di carattere teorico-epistemologico e, dall’altro, un’attività di ricerca in Italia dedicata soprattutto al rapporto tra patrimonio culturale e identità territoriali e alla cosiddetta “antropologia urbana”, oltre a quella precedentemente rivolta al tema della narrazione orale (in un piccolo centro della Sardegna sudorientale).

Per quanto riguarda gli studi di epistemologia delle scienze sociali, si può menzionare il testo "In un unico mondo – Una lettura antropologica di John Searle" (Rosenberg & Sellier, 2016) che analizza, dal punto di vista dell’antropologia culturale, l’ambiziosa “ontologia sociale” del filosofo americano John R. Searle e l’ampio insieme di dibattiti internazionali che l’ha accompagnata dalla sua comparsa nel 1995. Inoltre, una produzione più recente di saggi in rivista e volume è dedicata alla discussione critica del cosiddetto ontological turn, influente prospettiva teorica a cavallo tra antropologia e filosofia.

Per quanto riguarda invece l’attività di ricerca, fra 2004 e 2005 ha avuto occasione di far parte del gruppo interdisciplinare di esperti incaricato di elaborare le linee guida del Piano Regolatore del comune toscano di Pienza. In questa circostanza, il contributo dell’antropologia culturale si è concretizzato in una messa a fuoco del rapporto fra memoria, patrimonio locale, luoghi della vita quotidiana e trasformazioni storiche ed economiche di un territorio. Questo lavoro è diventato una monografia dal titolo "La memoria del territorio – Patrimonio culturale e nostalgia a Pienza" (Pacini, 2007; II edizione 2020), che ha ricevuto nel 2007 uno dei premi Costantino Nigra.

Lo sforzo di sviluppare strumenti interpretativi utili per l’analisi delle rappresentazioni discorsive del passato territoriale si ritrova anche nell’attività di ricerca di antropologia urbana. Essa è stata spesso svolta con Anthropolis, sodalizio di antropologi fondato nel 2006 con cui Federico Scarpelli ha diretto a Roma due ricerche etnografiche in équipe: tra 2007 e 2008 nel rione multiculturale dell’Esquilino e, nel 2009-10, sulla gentrification nel rione Trastevere. I progetti, finanziati dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio, applicavano i metodi della ricerca qualitativa ai problemi di convivenza e di gestione amministrativa di specifiche aree della città.

Nella stessa chiave va letta la collaborazione al gruppo di lavoro romano del PRIN 2012-2015 "Territori post-metropolitani come forme urbane emergenti", coordinato dall’urbanista Carlo Cellamare, ma anche l’attività di organizzazione di seminari e convegni interdisciplinari, approfondendo in particolare i rapporti tra antropologia, urbanistica, geografia umana, sociologia e storia urbana. A quest’ambito di studi sono riconducibili, oltre a saggi in volume e rivista (tra cui la sezione di antropologia urbana del manuale "Antropologia" di F. Dei), la raccolta di saggi "Centro storico, senso dei luoghi, gentrification" (CISU, 2020) e la curatela dei volumi "Il rione incomputo – Antropologia urbana dell’Esquilino" (CISU, 2009); "Voci della città – L’interpretazione dei territori urbani" (Carocci, 2011) e "Passare ponte – Trastevere e il senso del luogo" (Carocci, 2013). È il responsabile scientifico del progetto PRIN “Quasi-Ruins. Place, nostalgia and future in late-industrial Italian towns”, sviluppato dall’Università di Salerno e da quella di Foggia per studiare le trasformazioni del senso del luogo in contesti caratterizzati da una storia industriale controversa.

Altri lavori recenti sono dedicati al tema della rievocazione storica o reenactment, nel suo rapporto con la conoscenza storica, da un lato, e la cultura di massa, dall’altro, e ad alcune forme contemporanee di reimmaginazione culturale dell’umano, del suo rapporto con la biologia o con la natura, come nel caso del cosiddetto transumanesimo.

È nel comitato direttivo della “Rivista di antropologia contemporanea” edita da Il Mulino