Adriano AMENDOLA | Curriculum
Curriculum Docente
Adriano Amendola (Roma 1979) è professore associato presso l’Università degli Studi di Salerno in Storia dell’Arte Moderna, resposabile di unità PRIN 2022 con il progetto «Peripheral Baroque Sculpture 1630-1750: knowledge and engagement. Census and Digital Atlas of the Lazio provinces and the border areas» (prot. 2022A773E4), coordinato dal prof. Cristiano Giometti (Università degli Studi di Firenze). Già responsabile di unità FIRB 2013 con il progetto «Gli Orsini e i Savelli nella Roma dei papi. Arte e mecenatismo dal feudo alle corti europee» finanziato dal MIUR, tra 2013 e 2017, negli anni accademici 2014-2018 è stato docente a contratto presso l’Accademia d’Architettura di Mendrisio.
Nel 2010 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia dell'Arte presso la Sapienza Università di Roma discutendo la tesi «I Caetani di Sermoneta, strategie politiche e storia artistica tra Roma e l'Europa nel Seicento». Nel 2011 è stato borsista presso la Fondazione Ermitage Italia di Ferrara svolgendo la ricerca "Venerato e caro Maestro". Maria Krasceninnicowa, Adolfo Venturi e la Storia dell'Arte Russa in Italia; attraverso documentazione inedita ha ricostruito la biografia della prima allieva straniera della Scuola di Perfezionamento in Storia dell’Arte fondata da Adolfo Venturi, pioniera degli studi dell’arte russa in Italia e il suo ruolo cardine per la conoscenza dei musei russi negli anni Venti-Trenta del Novecento. Dal 2011 al 2013 è stato ricercatore a tempo determinato nel progetto di ricerca del Fondo Nazionale Svizzero «Giacomo, Giovanni Battista and Pier Francesco Mola: Interaction, networking and ascent of a Swiss Italian family of artists in Baroque Rome» coordinato da Christoph Frank presso l’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera italiana di Mendrisio. Nell’ambito del progetto ha organizzato il Convegno internazionale di studi sulla famiglia di artisti Mola (Accademia di architettura di Mendrisio, 6-7 giugno 2013). È inoltre collaboratore dell’Istituto di storia e teoria dell’arte e dell’architettura di Mendrisio. Dal 2009 ha preso parte al progetto di ricerca The Display of Art in Roman Palaces 1550–1750 del Getty Research Institute di Los Angeles coordinato da Gail Feigenbaum, nell’ambito del quale ha partecipato a due giornate di studio (Sapienza, Università di Roma – American Accademy of Rome) e nel 2012 ha pubblicato la prima parte delle indagini nel Getty Research Journal; la seconda parte delle ricerche confluirà nel volume The Display of Art in the Long Renaissance, ed. G. Feigenbaum, Los Angeles, Getty Publications in uscita nel 2014.
I suoi studi sono volti a comprendere la storia del collezionismo, le dinamiche di allestimento delle raccolte antiche e moderne, dalla forma-museo e al sistema espositivo anche attraverso la storia delle arti decorative. A tal fine ha studiato il mecenatismo artistico della famiglia Caetani tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento, pubblicando il volume I Caetani di Sermoneta. Storia artistica di un antico casato tra Roma e l’Europa nel Seicento (Campisano 2010) evidenziandone l’importanza nel contesto romano e ricostruendo la storia del retablo di Colantonio dalla sua originaria collocazione nella chiesa di San Lorenzo Maggiore a Napoli fino alla sua parcellizzazione e conseguente musealizzazione moderna. Ha analizzato le figure di scalpellini e intagliatori che hanno svolto un ruolo di primo piano nell’allestimento e nella messa in opera dei partiti decorativi marmorei nelle più importanti cappelle gentilizie a Roma e a Napoli, così come il loro coinvolgimento nel processo economico e produttivo dei materiali e delle tecniche di lavorazione dei marmi policromi. Più di recente ha condotto ricerche sulla figura del principe Lelio Orsini e sulla collezione di opere d’arte di cui ha potuto ricostruire l’allestimento nel perduto palazzo di piazza Navona e la successiva dispersione attraverso l’Europa tra la fine del XVII secolo e gli inizi del XVIII secolo pubblicando il volume La collezione del principe Lelio Orsini nel palazzo di piazza Navona a Roma (Campisano 2013). Nel campo della museografia moderna ha studiato l’episodio dell’acquisto del gruppo scultoreo noto come la Pietà di Palestrina, già attribuito a Michelangelo, questione di rilevanza politica che interessò lo Stato italiano nel secolo scorso e che ebbe come esito ultimo lo stacco della Pietà dal suo altare e il trasferimento a Firenze nel Museo del Rinascimento, oggi Galleria dell’Accademia. Ha partecipato alla mostra Cacce principesche (Tivoli, Villa d’Este) curata da Francesco Solinas, e ha collaborato con l’Istituto Treccani (intervista video per il format di approfondimento web-tv sul tema “Arte venatoria nella prima età moderna” (http://www.treccani.it/webtv/videos/Int_adriano_amendola_caccia.html).
Ha inoltre studiato il collezionismo della famiglia Orsini tra Rinascimento e Barocco, soffermandosi su personalità artistiche del livello di Donato Bramante, Gian Lorenzo Bernini, Alessandro Turchi, Paul Brill, Orfeo Boselli. Si è occupato della produzione medaglistica orsiniana catalogando per la prima volta il Medagliere Orsini dei Musei Capitolini di Roma.
Attualmente i suoi studi sono concentrati su Vincenzo Camuccini, Antonio Canova e i rapporti con il lucchese Giuseppe Binda.